  
		  È risorto e vi precede in Galilea 
		  +Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e   l’altra Maria andarono a visitare la tomba.  
		     
		    Ed ecco, vi fu un gran   terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò   la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il   suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie   furono scosse e rimasero come morte.  
		     
		    L’angelo disse alle donne: «Voi non   abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto,   infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto.   Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi   precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».  
		     
		    Abbandonato   in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare   l’annuncio ai suoi discepoli.  
		     
		    Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse:   «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo   adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei   fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». 
		  Mt (28,1-10) 
		    
		  Veglia della Notte santa – la Madre   di tutte le veglie. Così S. Agostino definisce questa celebrazione. Essa si   colloca al cuore dell'Anno liturgico, al centro di ogni celebrazione. Ad essa si   preparavano i nuovi cristiani, in essa speravano i peccatori, tutti potevano di   nuovo attingere dalla mensa ai «cancelli celesti». Essa rappresenta Totum   pasquale sacramentum. Infatti in essa si celebrano non solo i fatti della   risurrezione, ma anche quelli della passione di Cristo.  
		     
		    Questa notte canta le meraviglie che il Signore ha realizzato con il suo popolo.   È una notte di veglia nella quale si percorrono, attraverso la Sacra Scrittura,   i grandi episodi della storia della salvezza, fino ad arrivare al punto   culminante della Resurrezione del Signore. Nella sua forma più completa consta   di sette letture prese dell'Antico Testamento: la creazione, il sacrificio di   Isacco e la fede di Abramo, il passaggio attraverso il Mar Rosso, l'amore di Dio   cantato dai profeti, gli annunci dell'alleanza di Dio col suo popolo, il ritorno   dall'esilio... Importanza speciale riveste la terza lettura, tratta dal libro   dell'Esodo, che narra il passaggio del Mar Rosso (terza lettura), e la   liberazione del popolo d'Israele. Questo testo prefigura il battesimo nel quale   è l'uomo vecchio che si immerge, ma da cui nasce l'uomo nuovo, creato in Cristo   (epistola). Nel battesimo l'uomo si incorpora con Cristo, è innestato in Cristo.   Il testo della quarta lettura, presa dal libro del profeta Isaia, è una   meravigliosa sintesi del grande amore di Dio per l'uomo: "con affetto perenne io   ti amo". L'immagine dell'amore sponsale è prefigurazione dell'amore di Cristo,   marito, per sua moglie, la Chiesa. Tutto questo piano di salvezza trova la sua   massima espressione e il suo culmine nella Resurrezione del Signore. Questa è   davvero la notte felice, nella quale siamo invitati a "rallegrarci ed a non   avere paura", perché Cristo ha vinto le tenebre della morte e del   peccato. 
		     
		    Messaggio dottrinale 
		     
		    1 - In questa notte la Chiesa, in   compagnia di Maria, vigila, aspetta la manifestazione di Dio e della sua   misericordia. È una notte fatta per vegliare in contemplazione. Nella solenne   liturgia della Veglia Pasquale, rivivere le diverse tappe della storia della   salvezza significa scoprire che le promesse del Signore raggiungono il loro   felice compimento nella Resurrezione di Cristo Signore. Il proposito di Dio si   realizza perfino nei momenti in cui sembra che tutto sia perso, come nel momento   del passaggio del Mar Rosso, o nel momento in cui ad Abramo viene chiesto il   sacrificio del suo unico figlio, Isacco, o nel momento del ritorno dall'esilio,   dopo un periodo di ardua prova. In tutti questi avvenimenti, la Chiesa scopre   che Dio è fedele all'alleanza promessa. In definitiva, la Chiesa medita la   storia della salvezza come la vittoria definitiva di Cristo sulla morte e sul   peccato. "Dove abbondò il peccato sovrabbondò la grazia". Coloro che giacevano   senza speranza sono stati riscattati dal mistero pasquale di Cristo. L'annuncio   pasquale canta con trepidazione: "Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i   vincoli della morte, risorge vincitore dal sepolcro. Nessun vantaggio per noi   essere nati, se lui non ci avesse redenti? O immensità del tuo amore per noi! O   inestimabile segno di bontà: per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo   Figlio!". Il nostro sguardo si fissa sul cero pasquale, prefigurato nella   colonna di fuoco che guidava il popolo ebraico attraverso il deserto. Cristo,   Dio da Dio, luce da luce, illumina definitivamente il peregrinare dell'uomo   sulla terra, fino all'ultimo giorno, nel quale tornerà con potere e maestà a   giudicare i vivi e i morti. Non c'è, dunque, situazione umana alcuna, per grave   che sia, che non sia vinta dal mistero della Resurrezione di Cristo, luce delle   nazioni e salvezza degli uomini. 
		     
		    2 - Il battesimo. L'epistola della   lettera ai Romani ricapitola in qualche modo la proclamazione delle sette   letture. Le diverse fasi della storia della salvezza trovano il loro felice   compimento nell'"unione con Cristo". Nel rito battesimale lo Spirito Santo,   attraverso il simbolo dell'acqua, lava l'uomo dei suoi peccati e lo unisce a   Cristo, per condurlo alla vita nuova. Chi è stato battezzato, è stato innestato   in Cristo. Egli è "con-crocifisso" con Cristo, muore ed è sepolto insieme con   lui, per così pure rinascere ad una nuova vita. La stessa vita divina fluisce   ora nella vita del cristiano. Ora, dobbiamo prendere coscienza di questo dono   incommensurabile, e portarlo alla pienezza di una vita cristiana matura e   autentica. L'ideale sarebbe arrivare ad essere "cristiano" nel senso pieno del   termine, cioè un essere umano, uomo o donna, nel quale Cristo è arrivato ad   essere principio e fondamento di tutta la sua esistenza. L'ideale è da verso cui   tendere è poter dire con san Paolo: "Non sono più io che vivo, ma è Cristo vive   in me" (Gal 2,20). Ma potremo concretizzare questa realtà nella misura in cui   saremo capaci di sviluppare in noi stessi una vita di grazia, sorretta dalle   virtù teologali. 
		    Questa notte deve lasciare inciso, scolpito nell'anima dei fedeli l'insondabile   amore di Cristo: "con amore eterno ti amai". È una notte misteriosa nella quale   si coniuga il dolore della morte e la gioia della resurrezione; è una notte   nella quale si capisce meglio il mistero pasquale, come mistero di morte e di   resurrezione; è una notte nella quale il cristiano prende coscienza della sua   presenza nel mondo, della propria missione, della propria vocazione, della   propria dignità. Oggi l'uomo si rende conto che è stato salvato dall'amore   infinito di Dio, che è stato unito a Cristo, e che, pur se deve peregrinare   ancora per la durata della sua vita terrena, è stato già salvato per sempre.  
		  Tratto da www.lachiesa.it   |