  
		  Signore Gesù, fammi cogliere  
              la suprema bellezza della tua persona,  
              bellezza di Dio 
              incarnata in un corpo e in un'anima umana. 
              Sempre su di me risplenda la luce del tuo volto,  
              e il mio cuore sarà tranquillo, 
              e la mia vita sarà serena.  
              Amen 
		  + In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li   condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo   volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco   apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.  
		    Prendendo la parola,   Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre   capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando,   quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube   che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio   compiacimento. Ascoltatelo».  
		    All’udire ciò, i discepoli caddero con la   faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e   disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non   Gesù solo. 
		    Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a   nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai   morti». 
		    Mt (17,1-9)  
		  Nelle Scritture, la montagna è   sempre il luogo della rivelazione. Sono gli uomini come Mosè (Es 19) e Elia (1Re   19) che Dio incontra. Si racconta anche che il volto di Mosè venne trasfigurato   da quell’incontro: “Quando Mosè scese dal monte Sinai - le due tavole della   Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte -   non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva   conversato con il Signore” (Es 34,29). La magnificenza della rivelazione divina   si comunica anche a coloro che la ricevono e diventano i mediatori della parola   di Dio.  
		    Gesù si mette a brillare come il sole sotto gli occhi di tre   discepoli: questo lo individua come colui che è l’ultimo a rivelare Dio, come   colui che oltrepassa tutti i suoi predecessori. Ciò è sottolineato ancor più dal   fatto che Mosè ed Elia appaiono e si intrattengono con lui.  
		    Essi   rappresentano la legge e i profeti, cioè la rivelazione divina prima di Gesù.   Gesù è l’ultima manifestazione di Dio. È quello che dimostra la nube luminosa -   luogo della presenza divina (come in Es 19) - da dove una voce designa Gesù come   il servitore regale di Dio (combinazione del salmo 2, 7 e di Isaia 42, 1). A ciò   si aggiunge, in riferimento a Deuteronomio 18, 15, l’esortazione ad ascoltare   Gesù, ad ascoltare soprattutto il suo insegnamento morale.  
		     
		   
		  Tratto da www.lachiesa.it   |