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		    Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più   alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto   infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle   loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose:   «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». 
		    Di nuovo   il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del   mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti   ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta   scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai   culto”». 
		    Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si   avvicinarono e lo servivano. 
		     
		    Mt (4,1-11)  
		  Gesù viene presentato come il nuovo   Adamo che, contrariamente al primo, resiste alla tentazione. Ma egli è anche il   rappresentante del nuovo Israele che, contrariamente al popolo di Dio durante la   traversata del deserto che durò quarant’anni, rimette radicalmente la sua vita   nelle mani di Dio - mentre il popolo regolarmente rifiutava di essere condotto   da Dio.  
		    In ognuno dei tre tentativi di seduzione, si tratta della fiducia in   Dio. Si dice, nel Deuteronomio (Dt 6,4): “Ascolta, Israele: Il Signore è il   nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il   cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze”. Significa esigere che Dio sia il   solo ad essere amato da Israele, il solo di cui fidarsi. Ciò significa anche   rinunciare alla propria potenza, a “diventare come Dio” (Gen 3,5).  
		    A tre   riprese, Satana tenta Gesù a servirsi del suo potere: della sua facoltà di fare   miracoli (v. 3), della potenza della sua fede che pretenderebbe obbligare Dio   (v. 6), della dominazione del mondo sottomettendosi a Satana e al suo governo di   violenza (v. 9). Gesù resiste perché Dio è nel cuore della sua esistenza, perché   egli vive grazie alla sua parola (v. 4), perché egli ha talmente fiducia in lui   che non vuole attentare alla sua sovranità né alla sua libertà (v. 7), perché   egli sa di essere impegnato esclusivamente a servirlo (v. 10).  
		   
		  Tratto da www.lachiesa.it   |