 Il nome deriva da Santu Sadurru o Santu Saturninu. E’  festeggiato a Cagliari il 30 ottobre e a Isili il 27 agosto.
Il nome deriva da Santu Sadurru o Santu Saturninu. E’  festeggiato a Cagliari il 30 ottobre e a Isili il 27 agosto.
              Secondo  Pasquale Tola (1837-1838) Saturnino nacque a Cagliari da genitori cristiani,  era figlio unico, educato nel culto del vero Dio, e nonostante fosse  giovanissimo si dimostrò nemico degli idoli e delle superstiziose pratiche  pagane. Accusato al Barbaro, preside romano nella Sardegna sotto la  persecuzione di Diocleziano e Massimiano, non avendo voluto sacrificare a Giove  e ai falsi dei, patì la morte per testimoniare le fede in Gesù Cristo il 30  ottobre del 303-304. Se le antiche leggende discordano su molti fatti della sua  vita anteriori al suo martirio, sono tutte concordi in ciò che riguarda il suo  martirio per decollazione, avvenuta il 30 ottobre, giorno nel quale la Chiesa  cagliaritana lo commemora.
              Francesco  Artizzu (1974) rifiuta tanti racconti leggendari, ma concorda che nacque da  genitori cristiani e che da essi fu cristianamente educato. Anche lui fa  risalire il suo martirio all'anno 304, al tempo della persecuzione ordinata da  Diocleziano e Massimiano. Nonostante la giovane età e la bassa statura  raggiunse maturità e fermezza di carattere ed ebbe un grande e forte animo.
              A quel  tempo non si poteva esercitare il commercio senza aver prima sacrificato agli  dei pagani. I cristiani che non si piegavano a questi ordini degli imperatori  venivano imprigionati, torturati e successivamente decapitati. Il 23 novembre  di quell'anno si celebravano nel Campidoglio cagliaritano, situato vicino al mare,  solenni sacrifici a Giove, e molte persone si dirigevano al tempio, recando le  vittime, per la via Sacra, detta anche di Apollo, che congiungeva allora il  Campidoglio con un luogo detto Fonte Nuova (Funtana noa). Il giovane Saturno,  che si trovava in quei pressi, fu riconosciuto e condotto davanti al sacerdote  e interrogato per non aver partecipato al sacrificio in onore di Giove. Egli  proclamò coraggiosamente la propria fede ed ebbe parole di chiaro disprezzo per  il culto agli dei di bronzo o di marmo, che sono sordi, muti e impotenti verso  gli uomini. Alcuni pagani presenti rimasero toccati dalle parole del giovane e  si convertirono alla fede cristiana, ma il resto della gente, offeso per l’insulto  agli dei, invocò con alte grida la pena di morte, che avvenne immediatamente  per decapitazione. Il corpo fu successivamente portato dai suoi fratelli  cristiani fuori della città e seppellito in una grotta. «Il luogo fuori di  città nel quale fu sepolto il martire, costituì la parte centrale, il  martyrium, di quella che poi divenne la basilica intitolata al santo».
              Per lo  storico Piero Meloni (1975) i documenti più antichi riguardanti San Saturno  sono due: il più antico è del VI sec., citato in una Vita di San Fulgenzio di  Ruspe, scritta da un discepolo del santo, esiliato in Sardegna da Trasamondo;  il secondo è del XII sec., “Passione di San Saturno”, scritta da un monaco  benedettino di San Vittore di Marsiglia, «i cui confratelli possedettero a  Cagliari la basilica e il monastero del santo per tre secoli e mezzo circa,  dono del giudice Costantino nel 1089.
              Il  nome. Saturno o Saturnino? Nella tradizione sarda è al diminutivo. Ma il santo  cagliaritano - come ha dimostrato Bachisio Raimondo Motzo (1926) - é Saturno.  Il diminutivo e la confusione vengono dagli spagnoli, i quali hanno diffuso  nell'isola il culto di San Saturnino primo vescovo di Tolosa, il Sernin dei  francesi, martire nel 250 sotto Decio, legato a un toro da sacrificare, che lo  trascinò fino a ridurlo in pezzi. Così Saturno cagliaritano in ossequio a  quello spagnolo è diventato e purtroppo continua a essere Saturnino.
              L’età.  Quanti anni aveva quando subì il martirio? Nell'iconografia è un ragazzo: le  leggende dicono quattordici, quindici, diciotto, diciannove anni.
              La data  di morte. La Dies natalis cioè la sua nascita al cielo dagli storici é fu  stabilita al 23 novembre o 30 ottobre del 303 o del 304. Per il Motzo non ci  sono dubbi sull'anno, 304, quando Diocleziano emise il quarto editto imperiale  contro i cristiani. Nelle leggende anteriori al '600, compare sempre 23  novembre e nei documenti medievali il mese di novembre, nel circondario di  Cagliari, fu chiamato «su mesi de Santu Sadurru». Con il ritrovamento delle  reliquie ad opera di Mons. Desquivel, 12 ottobre 1621, il giorno del martirio  fu fissato definitivamente al 30 ottobre.
              
              Pur non  figurando nel Martirologio Romano San Saturnino fu assegnato come patrono di  Cagliari: la sua basilica costituisce il più antico e insigne monumento  dell'arte paleocristiana in Sardegna e uno dei più importanti di tutto il  bacino mediterraneo. Sorge in un'antica area cimiteriale pagano-cristiana  (colle di Bonaria), utilizzata dal II al V sec., dove furono rinvenute la  maggior parte delle reliquie dei santi martiri. 
            
            
               La basilica, nell'abitato di Cagliari, prospetta su una grande piazza. L'area su   cui sorge, ai piedi del colle di Bonaria, corrisponde alla più antica necropoli   cristiana attestata nel capoluogo.
La basilica, nell'abitato di Cagliari, prospetta su una grande piazza. L'area su   cui sorge, ai piedi del colle di Bonaria, corrisponde alla più antica necropoli   cristiana attestata nel capoluogo.
              La prima menzione documentata della basilica di San Saturnino,   risale agli anni 533-34. La basilica esisteva già all'epoca e gli storici   ritengono che la sua fondazione risalga alla metà del V secolo. Essa sarebbe   sorta come martyrium del martire cagliaritano Saturnino, decapitato secondo la   Passio sancti Saturni il 23 novembre del 304 d. C. per non aver voluto rinnegare   la sua fede cristiana. 
              Nel 1089 il giudice di Cagliari Costantino Salusio II de   Lacon-Gunale fece dono della basilica ai monaci benedettini di San Vittore di   Marsiglia che vi istituirono la sede del priorato sardo dell'Ordine e ne   ristrutturarono la chiesa, secondo modi protoromanici. Il convento, gravemente   danneggiato già nella prima metà del 1300 durante l'assedio catalano, cadde del   tutto in rovina un secolo dopo. 
              La chiesa fu restaurata nuovamente intorno al   1484. Nel 1614 ebbero inizio, per volontà dell'arcivescovo Francisco Desquivel,   i celebri scavi per la ricerca de los cuerpos santos.  Nel 1669 la basilica fu in parte   smantellata per ricavarne materiali utili alla ristrutturazione della Cattedrale   di Cagliari. Concessa nel 1714 alla corporazione dei Medici e degli Speziali, fu   reintitolata ai santi Cosma e Damiano. 
              Agli inizi del nostro secolo la chiesa   subì vari restauri. Nuovi interventi furono necessari dopo i bombardamenti del   1943. Chiusa al pubblico nel 1978, è stata riaperta nel luglio del 1996. L'area   circostante, oggetto di scavi archeologici, ha restituito numerose sepolture di   età romana e bizantina.