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Il Sinodo che faremo

Sono passati sei mesi da quando ho concluso la visita pastorale eppure sono ancora carico di emozioni. Ho fatto l'esperienza dello sposo che incontra la sua sposa e ne scopre tutta la bellezza e la ricchezza interiore accumulata in tanti anni di vita. Mi sento proprio di dire che non è soltanto il Vescovo che regge la Chiesa, ma è la Chiesa che sostiene il Vescovo. E' fantastico vedere Dio all'opera: scoprire gli interventi divini nella semplice vita quotidiana del popolo di Dio e soprattutto vedere come le anime semplici, i poveri secondo il Vangelo, sanno riconoscere la sua presenza e lo lodano. Ho visto una Chiesa che sa portare la sua croce con dignità, come il Suo Signore. Che sopporta pazientemente le ingiustizie e le sopraffazioni di chi ha un minimo di potere. Una Chiesa innamorata dei suoi santi e dei suoi altari, attaccata ai suoi preti, piena di fede nei confronti del Papa e del Vescovo. Una Chiesa con un attaccamento alle sue tradizioni che supera ogni idea e legame politico. Insomma, ho visto una Chiesa bella.
Ho visto anche il male che cerca di attaccare la fede e la moralità della nostra gente. Ho visto il peccato che devasta l'uomo. Ho visto famiglie dividersi e coniugi venire dal Vescovo a chiedere perché poteva essere avvenuta una cosa del genere. Ho visto i nostri bambini attentissimi quando cominciavo a parlare di famiglia e responsabili quando ho affidato loro la custodia dell'amore dei loro genitori. E capivano al volo cosa intendevo dire. Ho visto anche la miseria come ho vista la più sfrenata ricchezza e sperpero. Se ho visto lo Spirito di Dio, ho visto anche il mondo e il peccato all'opera. Ho visto l'eterno conflitto tra il bene e il male che si contendono il campo dell'uomo. Con questa immagine nella mente ho pregato e chiesto al Signore cosa fare e dopo essermi consigliato ed aver chiesto il parere al consiglio dei sacerdoti, ho deciso di convocare gli stati generali della nostra Chiesa di Cagliari, ovvero il Sinodo Diocesano.
Così,come tre anni fa la notte della Pentecoste, durante la Messa, all'anfiteatro romano, indissi la visita pastorale, quest'anno ho indetto il Sinodo Diocesano.
Cos'è il Sinodo? E' la convocazione della Chiesa locale da parte del Vescovo che chiede le indicazioni adatte per orientare la pastorale del periodo storico che stiamo vivendo. L'ultimo Sinodo della Chiesa di Cagliari risale a settanta anni fa, mentre otto anni fa fu celebrato il Sinodo Plenario Sardo. Personalmente offrirò alla Chiesa l'immagine che ho riscontrato durante la visita pastorale, in una parola come un libro bianco della nostra situazione ecclesiale per scegliere le linee programmatiche di una pastorale che piaccia al Signore. Anche nel Sinodo rimane il fatto che l'unico legislatore è il Vescovo che però ha il dovere oltre che la necessità di essere aiutato a scoprire qual è la volontà di Dio nei confronti del suo popolo. Questo è il momento nevralgico del Sinodo. Si tratta di ascoltare il popolo di Dio,quello abitato dal Signore, cioè la Chiesa. Ovviamente tra questo popolo il posto privilegiato spetta ai poveri. E questi non nel senso sociale del termine,per cui il Sinodo non è la raccolta dei barboni e di mendicanti, anche se non sono da escludere, ma dei poveri secondo il Vangelo, cioè quelli coscienti di dipendere da Dio e di avere soltanto Dio come protettore. Quelli convinti che è Dio che manda avanti la storia, non l'uomo col suo potere e le sue prepotenze di qualsiasi genere esse siano. Papa Benedetto ha scritto nella sua prima enciclica: “Non sono le ideologie che fanno progredire l'umanità, ma le persone toccate dall'amore di Cristo”. Quelle devono essere interrogate. Sarà una bella avventura perché è gente che vive nascosta e che non si ritiene certamente degna di essere consultata. Proprio questo è uno dei criteri di autenticità. Eppure nutro il sogno di interrogare personalmente o attraverso i sacerdoti questi poveri e chiedere loro: “Come volete la Chiesa? Come volete i vostri preti? Come volete i vostri frati e le vostre suore? Come deve essere il cristiano? Cosa deve fare la Chiesa per raggiungere tutti col Vangelo di Gesù”? Io scommetto che ci riusciremo perché sento che è questo che vuole il Signore.
Tutto quello che il popolo di Dio ci dirà sarà sottoposto ad esame e son sicuro che più che da purificare ci sarà da rimanere edificati. Questo è il sinodo che faremo.

+ Giuseppe Mani

Tratto da "il Portico", anno V n. 20, "Il Sinodo che faremo "