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Il dono dello Spirito

È bene che me ne vada perché se non me ne vado non verrà lo Spirito Santo”. Ma chi è lo Spirito Santo da poter essere preferito alla presenza di Cristo? Claudel commenta: “Gesù ci priva del suo volto per darci la sua anima”. Lo Spirito Santo è l'anima di Cristo che entra nella Chiesa. Fino alla Pentecoste, scrive S. Agostino, la Chiesa era come quel pupazzetto di creta che Dio aveva fatto per creare l'uomo ma solo quando gli spirò il Suo Spirito divenne essere vivente. Così la Chiesa, fino alla Pentecoste era un corpo senz'anima. Con la Pentecoste è divenuta persona viva composta di un corpo che siamo noi e un'anima che è lo Spirito Santo, appunto lo Spirito di Gesù. E c'è da aggiungere che quell'anima non abbandonerà mai quel corpo per cui la Chiesa non morirà mai.
Per questo la Pentecoste è il compleanno della Chiesa, il momento culminante di tutta l'opera di Gesù. Infatti, si è incarnato, ha predicato, ha sofferto, è morto, è risuscitato ed è salito al cielo unicamente per donarci lo Spirito Santo. Si chiama “Primo dono ai credenti”.
Quando Dio fa dei doni non fa regali di poco valore ma dà sempre se stesso. Viene personalmente e opera tutto quello che serve per compiacere i suoi figli. Viene e rimane sempre con loro, per cui possiamo dire che il cristiano è composto di corpo, anima e Spirito Santo. Cosa fa lo Spirito Santo nell'uomo? Vuol trasformarlo perché attraverso l'uomo trasforma il mondo. Per far questo ha un progetto ben preciso: trasformare il cuore di ogni uomo orientandone le scelte secondo il vangelo e dalle scelte di ciascuno arrivare alle scelte sociali e così trasformare tutta la società che è destinata a diventare cristiana. Capisco che il discorso appare piuttosto lungo e si farebbe prima a provocare una rivoluzione o ad imporre il bene attraverso forme di dittatura, ma Dio è il padrone del mondo e non ha fretta nel realizzare i suoi piani. Cristo è il Re dell'universo in quanto è il Re dei cuori degli uomini e questo regno, ormai sicuro, deve essere riconquistato uomo per uomo perché tutti i sudditi sono destinati a diventare figli e tutti i colleghi fratelli. Lo Spirito Santo è all'opera perché tutti diventiamo vangelo.
Chissà che monotonia, penserai, tutti uguali. No. Non avverrà come nei paesi totalitari in cui tutto è previsto e ordinato: niente di più squallido dei monumenti di regime. Anzi la caratteristica del regno di Dio sarà l'originalità e la diversità. Del grande progetto dell'universo il Padre è l'autore, il Figlio il modello e lo Spirito Santo il realizzatore. In termini teatrali si tratta di realizzare un grande dramma, di cui il Padre è l'autore, il Figlio il testo e lo Spirito Santo il regista. Come nelle grandi opere drammatiche, pur avendo lo stesso autore e lo stesso testo, il Regista dà varietà e personalizza l'esecuzione, così è per l'evangeliz - zazione. Non è la stessa cosa la IX sinfonia di Beethoven diretta da Muti o diretta da Toscanini. Così è per le realizzazioni dello Spirito Santo: una cosa è Padre Pio e una cosa è Madre Teresa di Calcutta; una cosa sono i salesiani e una cosa sono i certosini; una cosa è Giovanni Paolo II e una cosa Benedetto XVI; una cosa è fra Ignazio da Laconi e una cosa è Giorgio La Pira e un’altra Alcide De Gasperi. Tutti opera dello stesso regista che ha eseguito lo stesso testo, il vangelo, scritto dallo stesso autore: il Padre. Tutti hanno il proprio volto ma in tutti appare in dissolvenza il volto di Cristo. La realizzazione di questo piano è all'opera. Noi abbiamo la sola terribile possibilità di ritardarne la realizzazione.
Lo Spirito Santo è proprio un Signore: opera senza disturbare, non grida ma suggerisce in maniera che lo ascolta solo chi lo vuole ascoltare . Ma quando uno si rende disponibile alla Sua azione, compie opere grandi perché è riempito della potenza di Dio. Tutto quello che avviene è opera della Spirito Santo. Nella Messa si dice che è Colui che “fa vivere e santifica l'universo” e quindi tutto dipende da Lui. Anche noi dipendiamo da Lui. Proviamo a lasciargli mano libera sulla nostra vita. Diciamoglielo una volta per sempre: “Suggeriscimi quello che vuole il Padre da me” e poi diamogli ascolto e vedremo in noi le grandi opere di Dio.

+ Giuseppe Mani

Tratto da "il Portico", anno V n. 19, "Il dono dello Spirito "